Per conoscere un paese è necessario girarlo, almeno un po'. Visto che per la gente che lavora è un po' difficile organizzarsi da soli,
che in ogni caso sarebbe il modo migliore per esplorare bene un territorio, per la mancanza di tempo che una tale organizzazione richiede
(studiare il percorso, trovare biglietti aerei, prenotare alberghi, noleggio auto e altre migliaia di piccole cose), abbiamo scelto un tour
organizzato, intitolato "Mistero Maya". Il tema del tour erano i principali siti archeologici dei Maya presenti sulla penisola di Yucatan,
cioè negli stati del Messico, Guatemala e Belize.
Siamo partiti da Cancun, il 23 marzo, insieme adn altri partecipanti; eravamo in 11 e tutti italiani. L'autista del nostro pulmino José
e la nostra guida Azkael (un messicano che parla italiano) si sono mostrati subito molto simpatici e disponibili. La prima tappa ci ha
portati a visitare Chichen Itza, dopodichè siamo andati a città di Merida, dove abbiamo trascorso la notte. Il giorno dopo abbiamo
proseguito per Uxmal. La notte di quel giorno è stata trascorsa nella città di Campeche. Il tour ha continuato verso un altro sito,
chiamato Palenque e quella notte abbiamo dormito in un albergo vicino al sito stesso, immerso nella natura.
Il quarto giorno toccava a Yaxchilan, sul fiume Usumacinta che in quella zona rappresenta un confine naturale tra Messico e Guatemala.
Dopo la visita ed il pranzo in un ristorante vicino, con le moto lance abbiamo passato il confine, trovandoci così in Guatemala e abbiamo
continuato verso la città di Flores, il capoluogo della provincia di Peten. Appena passata la frontiera, abbiamo trovato un altro pulmino
(quello precedente è rimasto sulla riva messicana del fiume) e una nuova guida, il guatemalteco Carlos. Azkael, la nostra guida iniziale,
ha proseguito comunque il viaggio con noi, da turista.
Era una giornata abbastanza stancante: ci siamo alzati presto, per raggiungere il sito ci abbiamo messo circa 3 ore e ci siamo arrampicati
sulle coline sotto un sole caldissimo, in presenza di un'elevatissima umidità dell'aria, vista anche la vicinanza del fiume. I primi 60 km
della strada che ci portava verso Flores era sterrata e questo ha aumentato la nostra stanchezza. Carlos la chiamava la strada dei canguri,
o delle cavallette; si andava saltellando.
Il giorno seguente sono successi alcuni cambiamenti. Siamo partiti da Flores verso l'antica città di Maya Tikal in un pullman vero e proprio.
Ci siamo uniti con un altro gruppo di italiani che nei giorni precedenti facevano un tour in Guatemala. Nel pomeriggio dello stesso giorno,
finita la visita a Tikal, una parte dei partecipanti ha proseguito per la città di Guatemala con un aereo (l'aeroporto si trova a pochi
chilometri dal sito) e così siamo rimasti in 17 (ma con l'autista e la guida il numero delle persone presenti a bordo era 19, perciò nessun
problema scaramantico). Dal nostro gruppo iniziale si è staccata una coppia svizzera e questo ci è dispiaciuto tanto. Il pullman ci ha portato
dopo un lungo percorso a Belize City, la più grande ed importante città di Belize. Tutti abbiamo optato per la cena in albergo in quanto la
città non ci ispirava troppa fiducia, ma anche non sembrava avere un centro, una zona dove si trova la gente nel tempo libero e dove potevamo
mangiare e fare due passi. Inoltre, Carlos sosteneva che quasi tutti i ristoranti della città sono cinesi.
Il penultimo giorno del nostro tour, era sabato, ci siamo recati di mattina a visitare Lamanai, uno dei più antichi siti Maya. La visita era
abbastanza breve e dopo il pranzo a sacco ci siamo diretti verso il confine, per tornare di nuovo in Messico. Alla frontiera abbiamo salutato
Carlos, lasciato il pullman e siamo tornati nel nostro vecchio pulmino, dal nostro caro José. In quei 2 giorni di pausa che aveva si è fatto
male ad una gamba. Lui è un Maya autentico e dorme in amaca (la rete che si estende tra due appoggi e funge da letto). Così lo prendevamo in
giro che è caduto dall'amaca mentre provava le posizioni di Mayasutra (versione messicana del Kamasutra). Quella notte siamo stati ospiti in
albergo Kohunlich, a pochi chilometri dal sito archeologico che porta lo stesso nome (la visita al sito non era prevista e non ci dispiaceva
più di tanto; abbiamo apprezzato qualche ora di puro riposo). Un posto molto tranquillo, perfetto per una sosta prima dell'ultima tappa di viaggio.
Tutte le cose belle hanno una fine e così domenica, 30 marzo, siamo partiti verso i nostri alberghi, ma prima di arrivarci ci siamo fermati
nella città di Bacalar a goderci un bel panorama del vicino golfo e fare il bagno in un cenote, una specie di piscina naturale con l'acqua
dolce formatasi per il crollo del terreno nelle zone carsiche. E nel tardo pomeriggio, verso le 18:00, gli ultimi partecipanti, e lo siamo
stati proprio noi del Playa Maroma, sono tornati nei propri villaggi turistici.
In sette giorni abbiamo percorso più di 2000 km, visitato 3 stati, 6 siti archeologici e 4 città. Un tour impegnativo, ma altrettanto piacevole,
che ci ha permesso di conoscere almeno un po' quella zona dell'America Centrale che è la culla di una grande civiltà, quella dei Maya.
Mappa grande del Tour
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