Palenque

26 e 27 Marzo 2009
messico

Prima di arrivare a Palenque ci siamo fermati in un (chiamiamolo) autogrill, per provare la specialità della zona casadillas, tortillas ripiene di formaggio, fatte al momento su una stufa di legna. Molto gustose e così abbiamo fatto più di una a testa. Arrivati nella zona archeologica, prima siamo andati nel nostro albergo, immerso nel verde con due invitanti piscine. Abbiamo pranzato e siamo partiti per fare la visita pomeridiana al sito archeologico.

La giornata era bella, il cielo senza nuvole, molto calda e piuttosto afosa. Azkael teneva conto di questo, ed ogni volta quando ci fermavamo per sentire una delle sue spiegazioni, la sosta si faceva all'ombra di qualche albero. Dalle facce sudate delle ragazze, nella foto sottostante, puoi vedere che non sto esagerando.

Come la maggior parte delle altre città Maya, anche questa al momento del ritrovamento era tutta coperta di giungla e di foresta. Caratteristica architettonica di Palenque è la presenza di una decorazione in cima agli edifici, una specie di cresta in alto delle piramidi, piena di finestrini che formano un pizzo. In questo modo le stesse costruzioni sembrano molto più alte rispetto a quello che realmente sono.

Le numerose decorazioni sono state eseguite utilizzando lo stucco, un modo più semplice e più veloce per fare i bassi rilievi rispetto al metodo tradizionale di scolpire la pietra, come per esempio è stato praticato ad Uxmal. Anche oggi sono ben visibili molte decorazioni, come per l'esempio il teschio in fonda al muro presente nella prima foto riportata in basso. Da qui viene anche il nome dell'edificio: il tempio del teschio. Una volta fatte le decorazioni con lo stucco, i Maya le coloravano con i colori molto vivaci e tutta la città era molto colorata, ma purtroppo oggi, con rare eccezioni, i colori sono sbiaditi.

Gli archeologi, in analogia con gli altri siti, hanno fatto gli studi per capire se all'interno delle piramidi ci sono altre piramidi, ma qui non hanno scoperto questa tecnica di costruzione. La Palenque è una città molto importante in quanto sono state fatte delle importantissime scoperte. Una di quelle sono 619 geroglifici, scoperti nella metà dello scorso secolo, che hanno aiutato moltissimo gli archeologici di decifrare e capire il significato della scrittura dei Maya. Nel 1952, un archeologo messicano di origine francese è entrato dentro uno dei templi ed ha scoperto un sarcofago con una lapide in basso rilievo che rappresentava la dualità della vita e della morte. Era la prima tomba dei Maya scoperta con uno scheletro di un importante sacerdote. Insieme con lo scheletro sono stati trovati numerosi oggetti in giada e la maschera del sacerdote. Il nome del sacerdote è Pakal e viveva nel 600 d.C., quando la città era nel suo pieno splendore. Da qui deriva il nome della città, che vuol dire "la zona del re Pakal".

Qui è stata fatta un'altra importantissima scoperta che ha aiutato gli scienziati a comprendere meglio l'organizzazione della società dei Maya. In un altro sarcofago che è stato scoperto è stato trovato il corpo di una donna e questo era la prima scoperta che indicava un importante ruolo della donna nella società, che nella gerarchia occupavano anche le posizioni molto alte. Nella foto si vede il sarcofago della "regina rossa".

Dopo la visita ci siamo dedicati al mercatino che si trova all'ingresso della città di Palenque. Là abbiamo incontrato i lacandones, un popolo indigeno che abita da secoli in quella zona, vestiti negli abiti tradizionali, bianchi, che vendeva prodotti artigianali ed i souvenir per i turisti. Gentilmente si sono prestati a farsi fotografare con noi. Terminata la visita, siamo tornati nell'albergo che era molto vicino e la maggior parte dei partecipanti, prima della cena, è finita in una delle due piscine, mentre alcuni hanno sfruttato l'occasione di farsi fare un bel massaggio in una capanna coperta con la paglia.


Ospite di SpaziOso