Cancun

23 - 24 Marzo 2009
messico

La città di Cancun non era ufficialmente inclusa nell'itinerario del nostro viaggio, cioè non era prevista una visita guidata, ma siamo comunque riusciti a conoscerla un po' grazie al fatto che il tour è iniziato da là e che abbiamo trascorso un pomeriggio vagabondando per le strade della città.

La città inizia la propria crescita negli anni 70. La principale meta turistica messicana a qui tempi era Acapulco che non riusciva ad espandersi ulteriormente vista la presenza delle montagne che circondavano l'area. Il governo messicano, insieme agli investitori americani, dopo un'acurata indagine, si è convinto che la costa orientale, caraibica della penisola di Yucatan era adeguata per sviluppare il turismo del futuro. A quei tempi là si trovavano soltanto belle spiagge, giungla e qualche villaggio dei pescatori, uno dei quali era anche Cancun.

Oggi Cancun è una città che si estende su una enorme superficie, piena di alberghi, grattacieli, tutto in stile americano di Las Vegas. Ogni albergo ha una propria, vastissima spiaggia e anche se non siamo riusciti a fare un bagno, le spiagge ci sembravano molto belle (nella foto sottostante si vede quella del nostro albergo InterContinental Presidente). E' anche il principale punto di comunicazione di tutta la Riviera Maya in quanto ospita l'aeroporto internazionale.


Della vecchia Cancan, è rimasto un piccolo centro dove il punto di interesse principale turistico è il Mercado 28. Una vasta zona piena di bancarelle dedicate ai turisti vogliosi di spendere qualche dollaro o euro per portarsi a casa qualche souvenir. All'interno di quella zona si trova anche un zona più piccola con gli edifici in muratura che ospita numerosi negozi, boutique e bar.

Visto che era il nostro primo giorno in Messico, sentivamo fortemente il fuso orario e ci siamo limitati a prendere un taxi che ci ha portati al Mercado 28. Dopo una breve visita e qualche compera, siamo finiti in un ristorante argentino, scelto per la vicinanza e troppa stanchezza per andare in uno più lontano che ci hanno consigliato nell'albergo. Dopo la cena a base di carne argentina abbiamo chiesto al cameriere di portarci un digestivo argentino (a quel punto, la tequila l'abbiamo già assaggiata e volevamo allargare i nostri orizzonti). Noi parlavamo l'italiano e lui lo spagnolo e sembrava andare tutto liscio, ma al posto di un digestivo è arrivata una torta, in effetti era un chease-cake. Ci siamo "sacrificati" e l'ha abbiamo mangiata e alla fine abbiamo ordinato una tequila, ma questa volta in inglese. Da quello che avevamo capito sembra che gli argentini consumino pochi superalcolici e che la bevanda preferita sia il vino.


Ospite di SpaziOso